Non capisci un cavolo se non mangi i cavoli

Non capisci un cavolo se non mangi i cavoli

Nella lingua italiana la parola “cavolo” viene utilizzata molto spesso. Ma li mangiamo anche così frequentemente?!

E’ vero che quando li cuciniamo rilasciano odori davvero forti e non sempre piacevoli, però hanno delle proprietà uniche, oltre che essere molto versatili per le ricette.

Andiamoli a conoscere meglio. Cavoli, broccoli, cime di rapa, cavolfiori, broccoletti, cavoletti di Bruxelles e rape appartengono alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere.

Il loro primo utilizzo risale a tempi molto antichi; furono addirittura tra le prime piante ad essere coltivate dall’uomo, passando poi come “testimoni” tra diversi popoli, come quello egiziano, romano, cinese… fino ad arrivare ai giorni nostri. Il cavolo è ancora oggi simbolo di vita e di fecondità, anche perché veniva seminato a Marzo, per essere raccolto a Novembre, dopo 9 mesi (stessa durata della gestazione); veniva inoltre raccolto solo dalle donne, chiamate “levatrici”, perché lo estraevano con due mani, roteando  la testa della pianta, e tagliavano la radice (somigliante ad un cordone ombelicale).

Le brassicacee in passato venivano considerate non solo pietanze gourmet, ma anche strumenti per rimediare a problemi come l’impotenza, oppure per prevenire rallentamenti mentali od addirittura le sbornie.

Dopo anni di scarso utilizzo ed addirittura disprezzo, negli ultimi tempi, anche grazie alla diffusione di stili alimentari come vegetarianismo e veganismo, stanno tornando alla ribalta, diventando alimenti caratterizzanti le tavole invernali.

I tanti studi condotti su questa famiglia di piante hanno dimostrato il loro ruolo fondamentale nella prevenzione di malattie come quelle cardiovascolari e tumori, consentito dalla presenza di numerose molecole bioattive (composti fenolici).

Importanti sono gli isotiocianati e gli indoli, responsabili del caratteristico odore che viene rilasciato durante la cottura, che svolgono un ruolo inibitorio nei confronti del tumore al seno, allo stomaco e ai polmoni.

Attivatore dei sistemi antiossidanti è il sulforafano, che conferisce anche il gusto leggermente piccante tipico di broccoli e cavoli crudi.

I principali antiossidanti sono la quercitina, importante agente anti-cancro, e l’acido ascorbico, che impedisce la conversione di tossine in cancerogeni.

Ci sono poi i carotenoidi, anche se il più presente è il beta-carotene, convertito nel corpo come Vitamina A, neutralizzatore dei radicali liberi.

Un’altra vitamina presente è l’acido folico (B9), essenziale non solo per la corretta formazione ed ossigenazione dei globuli rossi, ma anche per la prevenzione di malattie cardiovascolari, perché antagonista dell’omocisteina.

Per chi ha invece problemi con i latticini, può assorbire le giuste quantità di calcio attraverso cavoli e broccoli, che sono le fonti principali di calcio di origine vegetale.

Insomma dopo questa carrellata sulle proprietà e sulle componenti delle brassicacee, non possiamo non consumarle con più gioia e frequenza. Sono poi buone in tutte le salse: minestre, insalate, condimento di primi piatti, vellutate e ripieni.

Approfittiamo di questi ultimi mesi invernali per renderle protagoniste delle nostre tavole.

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